giovedì 22 ottobre 2015

STEPHEN KING

         Dalla carta alla celluloide
   Per gli amanti dell'horror non serve alcun tipo di presentazione: impossibile non conoscere Stephen King, vero e proprio re dell'orrore, non solo per la sua prolifica attività di scrittore di alcune delle pietre miliari del genere, ma anche perché proprio dalle sue storie, sono nati alcuni dei più bei film di sempre, veri e propri cult del cinema dell'orrore.
   La carriera di King é nata nel lontano 1976, ed è stata una escalation di successi che fin da subito lo ha consacrato come vera e propria star e maestro incontrastato del romanzo gotico moderno, fino a diventare una vera e propria icona della cultura popolare americana.
   Il rapporto di King con il cinema é stato molto stretto sin dagli albori della sua carriera: sin dal suo primo romanzo, Carrie, i più grandi registi del genere hanno attinto alla sua prolifica produzione per prendere spunto o per fare delle vere e proprie trasposizioni delle sue storie, che raccontano senza pudore e peli sulla lingua le paure più oscure e nascoste dell'animo umano. Carrie, Misery non deve morire, la zona morta, christine, sono solo alcuni dei titoli dei suoi bestseller diventati film di altrettanto successo. Per non parlare degli adattamenti televisivi come l'ombra dello scorpione e it, in cui un reale mostro assassino prendendo le fattezze del pagliaccio Pennywise ha traumatizzato l'infanzia di intere generazioni. E dietro la macchina da presa si sono sempre alternati nomi non indifferenti come Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma e David Kronenberg tanto per citarne qualcuno. Ma è lunghissima la lista degli artisti che hanno attinto alle sue  storie sovrannaturali partoriti dalla sua mente, destinate a turbare le menti si estrosi sceneggiatori e avidi produttori. Romanzi, novelle, racconti sono diventati opere filmiche sia cinematografiche che televisive, più o meno memorabili ma praticamente tutti veri e propri cult.
   King, pignolo e legato morbosamente alle sue storie come tutti i veri scrittori, non ha apprezzato tutti i film tratti dai suoi romanzi. Il caso più famoso rimane quello universalmente noto come shining, film di Stanley Kubrick che ha riscosso un successo enorme ma che fece comunque storcere il naso all'autore, deluso dallo stravolgimento della storia. Apprezzo invece moltissimo la zona morta di David Kronenberg, elogiato per le trovate raffiguranti le visioni del protagonista, rappresentate proprio come King le aveva immaginate nella sua testa. Inoltre, dimostrando una certa vena autoironica, si è sempre prestato ad apparire nei film figli dei suoi libri. É stato per esempio un impresario di pompe funebri ne "i sonnambuli", prete in "cimitero vivente", e farmacista ne "l'occhio del male". Si è perfino permesso il lusso di alcune esperienze registiche con il film "brivido" tratto dal suo racconto "camion", e con una sua personalissima nuova versione di Shining nel 1997, come sceneggiatore, adattato in tre episodi destinati al mercato televisivo.

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