Horror cult ed exploitation. Storia dell'horror e dei suoi sotto generi.
giovedì 22 ottobre 2015
LATTICE VS PIXEL
Paul Anderson é stato il primo a sperimentare manipolazioni digitali sulla fisionomia dei morti viventi di "resident evil". Ma è solo uno dei pochi. Tanto il suo collega Zack Snider nel remake de "l'alba dei morti viventi" quanto George A. Romero ne "la terra dei morti viventi" hanno preferito impiegare l'esperienza e la maestria artigianale di make-up artist vecchia stile. Altrettanto hanno fatto i giovani registi neoaplatter. Forse perché, nonostante tutto, la solida carnalità dello splatter continua a richiedere l'uso di effetti più caserecci fatti da protesi in lattice e sangue finto.
É così che Mike Bates che in "creep- il chirurgo" ha coperto interamente il povero Sean Harris di una guaina gommosa che non ha niente da invidiare alle maschere che Jack Pierce applicava alla faccia di Boris Karloff nei film di Frankeinstein. Lo stesso ha fatto Stuart Conran con i suoi mostri sotterranei in "the descent", mentre Howard Berger in "hostel" si divertiva a macellare orribilmente i corpi dei torturati e Rocky Faulkner "saw, l'enigmista" frugava nelle viscere dei morti e segava i piedi agli attori.
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