giovedì 8 dicembre 2016

VUOI REALIZZARE UN HORROR? ECCO 5 CONSIGLI DAI MAESTRI DEL GENERE

Il genere horror è sicuramente un ottimo punto di partenza per aspiranti registi, data la facilità con cui è possibile realizzare un prodotto accettabile anche con pochissimi mezzi e con tanta fantasia. Nonostante ciò, è importante seguire determinate regole affinché il progetto si riveli un successo. E chi meglio potrebbe darvi un consiglio se non i grandi maestri del cinema del terrore? Ecco cinque suggerimenti di alcuni grandi registi da brivido.

1. Sam Raimi: Preparati a morire

Non esistono cose come sicurezza e salute quanto stai cercando di realizzare un lungometraggio con soli 350 mila dollari, e devi essere pronto a correre qualche rischio. Uno dei giganti di Hollywood, Sam Raimi, papá di una delle trilogie supereroistiche più apprezzate, ma anche autore di diversi cult horror, ha più volte raccontato nel “commentary” de La Casa le peripezie che la troupe dovette affrontare durante le riprese.

“Eravamo così irresponsabili“, ha affermato il regista. E non stava scherzando. Raimi durante la realizzazione del film dovette sfuggire alle grinfie di un toro inferocito e dormire con il resto del cast in condizioni climatiche tremende, con temperature vicine allo 0. Le lenti a contatto che dovevano essere indossate dai personaggi “posseduti” dal demone potevano essere utilizzare solo per quindici minuti. Raccomandazione che ovviamente non venne presa, causando la quasi totale cecità di Ellen Sandweiss.

2. Jason Lei Howden: Attenti alle risorse

È sempre un’ impresa ardua riuscire a realizzare un horror ben costruito. Fino a quando bisogna solo rompere dei piatti o creare dei rumori inquietanti, come in Paranormal Activity o Blair Witch Project, i problemi non sono molti. Le vere difficoltà cominciano quando devi creare un film con effetti visivi più elaborati. Jason Lei Howden, regista di Deathgasm, ha affermato: “Far fronte ad una sceneggiatura così ambiziosa con risorse così limitate è stata sicuramente la sfida più grande. Posso capire perché il cinema horror si stia muovendo sempre più verso il genere found footage a location singola. Film come quello che ho realizzato non si vedono spesso, e sono contento di essere rimasto fedele alla mia visione“. Potete quindi solo immaginare le difficoltà che ha potuto incontrare un giovane Tobe Hooper durante le riprese di Non aprite quella porta. Il budget era così limitato che non ci si poteva permettere neanche una colonna sonora importante, tanto che il regista decise di puntare sulla creatività creando artigianalmente suoni con dei rumori registrati in un macello di animali.

3. David Robert Mitchell: Probabilmente fallirai. Tante volte.

Nel 2015 sono usciti circa diecimila film. Questo significa una media di 192 lungometraggi per settimana. E se attualmente una storia con un virus che divora gli organismi umani non avrebbe nessun tipo di appeal sul grande pubblico, nel 1999 (quando uscivano in un anno solo 470 film) le cose erano ben diverse. Quindi se da una parte è vero che oggi si può creare un horror anche solo utilizzando il proprio iPhone, ricorda che ci saranno sempre altre 9,999 persone che staranno pensando la stessa cosa. Nel 2014 David Robert Mitchell ha raggiunto il successo mondiale con il suo apprezzatissimo It Follows. Ma non fatevi ingannare: è stata una strada in salita. Il regista, infatti, si è dovuto creare negli anni una fitta serie di contatti e amicizie, nonché farsi le ossa con un primo lavoro più piccolo: The Myth of the American Sleepover.

4. Wes Craven: Hollywood è un business

Se la tua idea è quella di fare le cose alla vecchia maniera, cercando un finanziamento da qualche studio cinematografico, ti conviene stare alle regole del gioco. Dal boom di The conjuring nel 2013 gran parte delle pellicole successive sono state costrette a trattare il tema della tranquilla famiglia che viene terrorizzata dagli spiriti di Lucifero. Una scommessa facile per un sicuro rendimento. Per sfortuna chi ha i soldi è anche chi decide cosa ne sarà della tua idea. La leggenda del genere Wes Craven un giorno disse: “Tutti fanno film horror e, secondo me, neanche particolarmente bene. Non so se questo sia dovuto alle scelte delle corporazioni, ma c’è più che mai necessità di registi che facciano qualcosa che davvero sentono nel loro cuore”.

5. John Carpenter: Costruisci una fanbase

Il cinema horror è una bestia curiosa. Tantissimi fan da tutto il mondo sono dei veri e propri “drogati” del genere, in cerca sempre di pellicole nuove da scoprire su internet, al cinema o in home video. Il regista di Essi Vivono, John Carpenter, sostiene che: “Ciò che spaventa me, spaventa anche te. Siamo terrorizzati dalle stesse cose. Questo è il motivo per cui il genere horror è ancora così potente. Da regista devi chiederti cosa ti terrorizza, per scoprire cosa terrorizza anche gli spettatori“. Per iniziare, quindi, è necessario costruirsi una fanbase di appassionati e dar loro ciò che davvero vogliono. Sean S. Cunningham riuscì a crearsi una schiera di appassionati di Venerdì 13 ancora prima che il film venisse effettivamente realizzato. Un nome accattivante e una pubblicità su Variety bastarono.

mercoledì 7 dicembre 2016

I DIECI MIGLIORI FILM HORROR DEL 2016

Che annata è stata per l'horror, questa che volge al termine? Tra luci e ombre, in mezzo a numerosi prodotti di qualità media, per non dire mediocre, sono anche usciti alcuni lavori degni di nota. Quali sono i film che più ci hanno spaventato e inquietato nel corso degli ultimi 12 mesi?
Ecco 10 pellicole horror, o più o meno horror, uscite nei cinema italiani nel corso del 2016 che vi consiglio di recuperare. Preparatevi a tremare.

10 BLAIR WITCH

L'horror più imitato degli ultimi 20 anni, The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair, è tornato in vita con una versione rinnovata firmata da Adam Wingard, il regista di The Guest e You're Next. Il risultato non è un nuovo cult rivoluzionario quanto il suo “paparino”, ma una visione per gli appassionati del genere è comunque d'obbligo.

9. LA NOTTE DEL GIUDIZIO – ELECTION YEAR

La saga de La notte del giudizio prosegue nel suo angosciante cammino e ci regala il suo episodio più politico e attuale. Certo, il mondo della politica vera è in grado di creare personaggi e situazioni persino più spaventosi di quelli qui presenti, però questo Election Year è comunque l'ideale per una serata ad alta tensione.

8 SOMNIA

Da una vera situazione da incubo, quella vissuta in Room, agli incubi che si trasformano in realtà. I sogni del piccolo Jacob Tremblay si materializzano, e non è una bella cosa cosa visto che sono parecchio spaventosi. È quanto capita in Somnia, emozionante horror famigliare diretto dallo specialista Mike Flanagan, che quest'anno ha girato anche Hush - Il terrore del silenzio e Ouija - L'origine del male.

7 MORGAN

A metà strada tra fantascienza e horror, l'esordio di Luke Scott, il figlio del grande Ridley, sa inquietare anche e soprattutto grazie all'interprete dell'ibrido umano chiamato Morgan, la giovane Anya Taylor-Joy, attrice sorprendente che vedremo in questa classifica anche in un altro film presente più in alto...

6 PPZ- PRIDE+ PREJUDICE+ ZOMBIES

Un po' commedia, un po' film sentimentale in costume, un po' action e un po'... horror. La pellicola di Burr Steers tratta dal romanzo di Seth Grahame-Smith, (molto) liberamente ispirato al classico di Jane Austen, è un ibrido davvero singolare di generi. Forse non un lavoro riuscito al 100%, ma di certo tra le cose più originali in cui vi potrete imbattere quest'anno.

5 MAN IN THE DARK

Film ad alta, altissima tensione, in cui succede di tutto e di più. La pellicola di Fede Alvarez parte con il tentativo di furto da parte di tre ragazzi ai danni di un anziano cieco, ma si trasformerà poi in un incubo. Per loro, mica per lui.

4 10 CLOVERFIELD LANE

L'universo distopico di Cloverfield, pellicola diretta nel 2008 da Matt Reeves, prosegue in quello che è stato definito un suo sequel “spirituale”. I personaggi sono differenti, la situazione pure, e qui è più claustrofobica che mai, ma il mix tra horror e sci-fi è perfettamente riuscito anche questa volta. E forse persino un po' di più.

3 THE CONJOURING- IL CASO ENFIELD

I nostri due esperti di paranormale preferiti, Ghostbusters permettendo, sono tornati a investigare su un nuovo caso. Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga) si trovano alle prese con un'altra presenza demoniaca e la pellicola è ancora più paurosa, e a tratti pure toccante, rispetto a quella precedente.

2 THE NEON DEMON

Il danese Nicolas Winding Refn firma un thriller-horror autoriale ambientato in un mondo che si può rivelare spietato e terrificante, quello della... moda. Dietro alla bellezza estetica delle riprese, e delle protagoniste, si nascondono parecchi risvolti inquietanti, a metà strada tra il David Lynch di Mulholland Drive e il Dario Argento di Suspiria.

1 THE WITCH

L'horror più terrorizzante dell'anno racconta una storia folk ambientata nei primi del '600, tra risvolti religiosi e presenze stregonesche. La rivelazione Anya Taylor-Joy, vista anche in Morgan, con il suo aspetto a metà strada tra l'angelico e il demoniaco si rivela il volto perfetto del nuovo cinema horror, e insieme al regista esordiente Robert Eggers ci accompagna in un viaggio spaventoso in un bosco del vecchio New England. Un'avvertenza: attenti ai caproni!

giovedì 3 novembre 2016

INIZIANO LE RIPRESE SI 1922: IL FILM TRATTO DAL RACCONTO DI STEPHEN KING


Anche il racconto 1922, tratto dall'antologia Notte buia, niente stelle di Stephen King, si avvia verso l'adattamento cinematografico. La conferma é arrivata quest'oggi con l'annuncio del cast. Il ruolo del protagonista va a Thomas Jane qui alla terza apparizione in un film tratto da un romanzo di Stephen King. 1922 porterà sul grande schermo la storia di un uomo che, dopo aver ucciso la moglie, e averla seppellita in un pozzo in compagnia del figlio, si ritrova al centro di strani avvenimenti, pensando così di essere entrato nel mirino di una vendetta macabra da parte della moglie. Le riprese sono partite in questi giorni a Vancouver.


mercoledì 2 novembre 2016

THE WALKING DEAD E BRAD PITT? GEORGE ROMERO ATTACCA: HANNO ROVINATO IL GENERE


Gli zombie non sono mai stati così popolari come in questi ultimi anni. Protagonisti di serie televisive, film e fumetti di grande successo comeThe Walking Dead e World War Z. Secondo George Romero, maestro e padre della materia, questi prodotti porteranno il genere al declino.

“Per colpa di World War Z e The Walking Dead non posso proporre a nessuno un piccolo film zombie d’autore, magari socio-politico… Nel momento in cui pronunci la parola zombie tutti ti rispondono che Brad Pitt ha speso 400 milioni per farlo.. Che deve essere un film con gli zombie che devastano tutto. Io non faccio parte di questa cosa”.

Queste le dichiarazioni di George Romero, regista recentemente al cinema con Land of The Dead, Diary of the Dead e Survival of the Dead. Nessuno di questi film, purtroppo, ha raggiunto risultati soddisfacenti al box office, o con la critica. Voi cosa ne pensate? Vi sono piaciuti gli ultimi film dell’autore de La Notte dei Morti Viventi? Siete d'accordo con lui?


mercoledì 13 luglio 2016

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mercoledì 6 luglio 2016

VITTIME SACRIFICALI (DISPARITÀ) Racconto di Daniele Menga


             VITTIME SACRIFICALI

<<Quando premi il grilletto la vita ti passa davanti come in un film. 
Ciascuno ha i suoi segreti, 
le sue motivazioni, una storia da narrare>>.


Maggio 2016. Notte. In un teatro clandestino. Sei persone vengono fatti salire su un palco da un uomo mascherato il quale offre loro un assegno di diecimila  euro in cambio di partecipare ad una roulette russa. Sono tutte persone che hanno un disperato bisogno di quei soldi. Il pubblico é in visibilio. L'uomo misterioso fa un cenno con la mano per calmare la folla, e da inizio allo show. Avanti con il primo.

Marco: il classico figlio di papà, unico erede di uno ricco industriale, imprenditore ormai in bancarotta. Marco é succube della sua dipendenza dal lusso.  Non riesce a farne a meno.

"Diecimila euro... una cifra del genere ti fa perdere la testa, ti inebria il cervello solo il numero, solo la parola. Quando ho sentito questa cifra mi sono visto aperte tutte le porte: fighe a volontà, lussi e serate con champagne che scorre come un fiume in piena, insieme a droga e scopate. Tutto questo però ad una condizione. Devo giocare. Sì cazzo, se devo avere quei bigliettoni devo puntarmi la canna di una pistola alla tempia e sperare che, premendo il grilletto, non esca una brutta sorpresa. Se non mi salta la testa posso ritenermi un cazzone ricco! Siamo in 6, giusto gli occorrenti per il giro della morte. Sono pronto cazzo mi siedo al mio posto, un uomo con abito elegante mi porge una pistola... sento il cuore che mi batte all'impazzata, come un treno che sta per deragliare, mi passano davanti i diecimila euro, sono troppi ma anche pochi perchè sto mettendo in gioco la mia vita per una cifra abbastanza scarsa. Il cuore mi batte e non so cosa devo fare... alla fine decido di premere il grilletto e... Imbratto di cervello il mio vestito firmato".



Tony: un tossico che ha contratto un ingente debito di droga. Se da una parte ci sono pusher che non gli fanno più credito dall'altra ce ne sono altri che vorrebbero fargliela pagare... In un modo o nell'altro.

"La pistola mi è arrivata all'improvviso come uno schiaffo o come una spugna d'acqua gelata sulla schiena... ho bisogno di quei soldi, possono aiutarmi a pagare i miei debiti e per pagarmi la droga di cui ne ho tanto bisogno. Non resto a fare troppo il moralista su queste cose, prendo la pistola e la punto alla tempia... guardo la testa di Marco e penso: "Cazzo si ridurrà così la mia testa?" Ho paura, tanta paura, ma non è questo il momento per tirarsi indietro, devo premere questo dannato grilletto anche se é difficile. Alla fine conto fino a tre e premo senza pensarci. Un'esplosione mi colpisce in piena testa facendomi esplodere il cranio. L'ultima cosa che riesco a pensare è "MA CHE CAZZO!"

Cristina: una ragazza madre che, dopo anni di violenze e di soprusi, rimasta incinta é stata scaricata dal suo uomo che la sfruttava costringendola a prostituirsi.  Non prima di aver cercato ripetutamente di farla abortire a suon di botte.

"Oddio ecco un altro che è morto, ora tocca proprio a me? Non voglio morire ma suppongo che è troppo tardi per tirarsi indietro... quei soldi possono salvare la vita al mio bambino. Ne ho bisogno e questa è la strada più facile. Prendo la pistola che ha già portato via due vite e la punto contro la mia tempia... sono indecisa e ho bisogno di tempo per rendermi conto di tutto... Oddio sto per morire? non posso saperlo, premo il grilletto pensando a mio figlio, al fatto che non avrei dovuto mettermi con un uomo che alla fine mi ha solo usato e a quei diecimila bigliettoni. Una detonazione secca mi colpisce in piena testa e deduco che non potrò mai spendere quei soldi. STASERA IL MIO BAMBINO NON MANGERÀ".

Luca: Ludopatico, dipendente da tutto ciò che è gioco d'azzardo. Dopo essersi giocato tutto, ha riscontrato una montagna di debiti ed è sparito dalla circolazione. Sono in molti, quelli che vorrebbero mangiarselo vivo.

"Merda eccone un'altra che va via... porca troia non posso sapere se anche io mi unirò alla bella compagnia. Non voglio pensarci, voglio solo premere quel grilletto il più presto possibile e sperare che non faccia una bella festa all'obitorio. Sempre la solita routine, un unica mossa, vincere o perdere... Vivere o morire. mi punto la pistola alla testa... cazzo sono ricco! sono ricco!! sono ricco??? Premo il grilletto che deciderà la mia sorte. Un colpo assordante d'arma da fuoco mi fa capire che non è il mio giorno fortunato... FANCULO".

Vito: un uomo come tanti, un po' come alcuni di voi che state leggendo questo racconto magari, che mantiene la sua famiglia con piccoli lavori saltuari da imbianchino, vessato dall'affitto, dalle tasse e dalle continue spese che i figli piccoli comportano.

"Ehi cazzo ora non voglio più partecipare a questo stupido gioco! Prima ero più entusiasta di quella cifra ma ora ci vorrebbero milioni di euro per costringermi a farmi cambiare idea. cazzo perchè ho accettato? Ora è troppo tardi, devo farlo e basta. Prendo la pistola senza pensarci troppo, premo il grilletto e dono gratuitamente una bella tintura di rosso alla parete e al tavolo".

Mauro: è l'unico dei sei a non avere un reale bisogno di soldi. Mauro è un piccolo delinquente di strada che vive di rapina e di altri espedienti che possono permettergli un profitto facile, quindi... quando è stato contattato come avrebbe potuto non accettare?

Porca puttana ecco che arriva la pistola anche per me... dai che andrà tutto bene. E' ovvio che io sopravvivo, sono l'ultimo... Sei partecipanti, cinque proiettili, dai che sono ricco... fottetevi bastardi schifosi. Vi ho fregato! voi siete crepati e io sono ricco! Prendo la pistola come se fosse uno stupido giocattolo, la punto e premo il grilletto. OH PORCA TROIA! mentre il colpo mi investe in pieno penso solo una cosa: CAZZO MI HANNO FREGATO ALLA GRANDE!

Epilogo.
Il sipario si richiude, mentre in platea il pubblico è ormai tutto in piedi. Scrosciano gli applausi, la loro sete di sangue, almeno per quella sera è stata appagata. È stato divertente vedere come quei luridi topi di fogna si siano fatti ammazzare per una cifra così ridicola. E pensare che loro, il pubblico, per essere in quella platea avevano sborsato molto di più. È proprio vero, così come la legge non può essere uguale per tutti, allo stesso modo la vita non ha per tutti lo stesso valore, perché i poveri e i deboli non saranno mai come i ricchi e i potenti. 

sabato 2 luglio 2016

FREDDY STA PER TORNARE?


La notizia é da prendere con le pinze, ma farà comunque piacere ai fans del celebre Freddy Krueger. Pare che un nuovo episodio di una delle saghe più amate di tutti i tempi possa presto vedere la luce. Robert Englund, l'uomo nero della saga Nightmare, ha lasciato un importante dichiarazione dalla "Film Comic Con" di Belfast, in Irlanda, dove l'attore si trovava in qualità di ospite: "Mi piacerebbe interpretare un cemeo in un nuovo Nightmare, magari nel ruolo del vecchio e burbero professore o del tizio del gruppo di ascolto che non crede ai racconti degli incubi fatti dalle vittime di Freddy. Penso che il pubblico lo troverebbe divertente". Non finisce qui. Robert dedica un pensiero al non troppo positivo remake del 2010: "Nessuno dei protagonisti aveva quella spensieratezza e quell'ingenuità che sono fondamentali per creare un legame con lo spettatore. Per poter investire emotivamente in un personaggio, il pubblico ha bisogno di vederne l'evoluzione, il prima e il dopo. Invece loro si presentavano fin da subito come degli zombi perché già perseguitati da Freddy, e penso che questo sia stato un grosso errore di valutazione". Beh che dire, se lo dice lui...


mercoledì 8 giugno 2016

Evil Dead- La genesi di un successo mondiale

La casa é da sempre sinonimo di protezione, di intimità, un posto sicuro dove rifugiarsi per difendersi dai pericoli della quotidianità. Non stupisce quindi, che il cinema dell'orrore si sia appropriato di questo concetto, capovolgendolo, trasformando la casa in un ricettacolo di orrori e di pericoli. La casa, non più come istituzione familiare ma come rifugio per demoni sotterranei e ogni sorta creatura strisciante. Una serie di orrori senza fine che partendo dal gotico inglese, (ricordiamo il castello di Dracula ad esempio, coprotagonista insieme al vampiro) ha attraversato ogni generazione e trovando forse la sua massima espressione all'inizio degli anni '80 con Evil dead. 


Era per l'esattezza il 1981 quando, Sam Raimi, un giovane studente appassionato di cinema, decide di rielaborare e ampliare un suo cortometraggio amatoriale. Si trattava di Within the wood, una storia dalla trama semplice: un week end nei boschi, una vecchia leggenda e zombi in cerca di vendetta. Il giovane regista non avendo la possibilità economica di ingaggiare veri attori, coinvolse due suoi amici di vecchia data, Robert Tapert, studente in economia e Bruce Campell, un aspirante attore sfortunato che si adattava a fare tassista dopo aver mollato il college. I tre, con la passione per le commedie, decisero di esordire con l'horror perché all'epoca era il genere più in voga e quindi il più redditizio. La loro idea era di puntare tutto sulla violenza e sul gore, aggiungendovi nella trama quasi come protagonista il lovecraftiano necronomicon, un particolare che ha posto il film anni avanti alla successiva moda dei film tratti dalle opere dello scrittore di Providence. La corsa ai finanziamenti, come ci si aspetta, per un film così ambizioso e per di più realizzato da totali dilettanti non fu semplice, furono tante le porte sbattute in faccia, ma, con tanta forza di volontà i tre riuscirono a racimolare la modesta somma di 350000 dollari. Tra i finanziatori del film ci fu Andy Grainger, il proprietario di una serie di sale cinematografiche che chiese ai tre un solo compromesso: "Ragazzi, non importa cosa vogliate fare, basta che sullo schermo scorra sempre il sangue e conquisterete tutti“. Il resto è un caposaldo del cinema del terrore.


Il film ebbe da subito un immenso successo, facendolo diventare qualcosa di più di un semplice film da dilettanti. La cosa che faceva impazzire le platee era che nonostante avesse una trama vista e rivista centinaia di volte ed esistessero opere simili realizzate da registi apprezzati, a differenza degli altri, questo ambizioso filmetto a basso costo terrorizzava sul serio. Evil dead senza neppure rendersene conto aveva dato vita alla rinascita di un sotto genere che avrebbe imperversato per tutti gli anni '80. Il film fu girato nei fine settimana e nel tempo libero nell'arco di un anno e mezzo, con effetti speciali improvvisati, realizzati sul set con mezzi di fortuna, usando per lo più prodotti alimentari. L'invenzione geniale di Evil dead era la visuale in soggettiva del demone di turno. La telecamera quindi inseguiva i ragazzi in corse folli nei boschi o attraverso le stanze dello chalet dove era ambientata la storia, diventando il nostro punto di vista, facendoci dapprima tifare per i ragazzi per poi diventare noi stessi il mostro che li insegue.  Le regole classiche di cinema vengono sovvertite in un uso anarchico e innovativo della macchina da presa che mai prima di Evil dead è stato mai portato tanto al parossismo: il cinema e il suo sguardo annientano le barriere di set e di storia, distruggono oggetti, passano attraverso la materia per ingoiare la carne, sfaldarla, renderla quasi materia pittorica di colori acrilici, ricreando, attraverso la miserabilità di un budget pauperistico, nuove forme di linguaggio filmico che non si accontentano di urla e tagli, ma arrivano a riflettere sull’essenza stessa del cinema. Evil dead é il film che ogni fan del cinema horror avrebbe voluto vedere, un’orgia violenta dalla velocità di un blu tornado di Gardaland, pieno di scene fantasiose e di mostri spaventosi.



giovedì 2 giugno 2016

LE FILASTROCCHE NEI FILM HORROR


Le filastrocche: testi brevi con rime simpatiche e semplici da ricordare, che attraggono la nostra mente con suoni onomatopeici giocosi. Non sarà un caso se la maggior parte delle favole per bambini si servono di questa arcaica forma di poesia popolare per comunicare, intersecando poi tra le immagini e i colori ricami di insegnamenti impreziositi da piccole gemme di paure. Si paure, perché non c'è favola per bambini che non abbia al suo interno streghe, orchi o lupi cattivi pronti a divorare il il bambino di turno. Proprio le filastrocche ci riporteranno nell'intricato labirinto della nostra infanzia. Li sarà più semplice entrare nei panni del piccolo protagonista di Babadook. Come la maggior parte dei bambini anche Samuel cade nelle braccia di Morfeo mentre la madre li sta leggendo la favola della buonanotte, in questo caso Babadook per l'appunto la quale inizierà a tormentare le sue notti e i suoi giorni. 

Il perché é presto spiegato nella nella filastrocca che accompagna il film:

BABA BABA BABADOOK
CHIUDI IL LIBRO E NON C’È PIÙ
CHIUDI GLI OCCHI ED È CON TE
SEI GIÀ MORTO
UN, DUE, TRE


Ma il cinema dell'orrore gronda di filastrocche che é difficile se non impossibile che queste ci restino impresse nella memoria. Un altra celebre filastrocca che ha come protagonista l'uomo nero, signore indiscusso dei nostri incubi adolescenziali e non solo é quella del mitico Freddy krueger della fortunata saga di "Nightmare" . Eccola:

L’UOMO NERO NON È MORTO
HA GLI ARTIGLI COME UN CORVO
FA PAURA LA SUA VOCE
PRENDI SUBITO LA CROCE
APRI GLI OCCHI, RESTA SVEGLIA
NON DORMIRE QUESTA NOTTE

Nightmare si accomuna Babadook per la paura di dormire, di scorgere sotto il letto quel qualcosa o quel qualcuno che potrebbe farci del male proprio tra le mura della nostra dimora. Ciò che non si scorge nel film interpretato da Essie Davis e Noah Wiseman è la certezza che la religione aiuti a rivolvere il dramma, mentre l’introduzione del demone avviene attraverso la bocca. Le urla di Amelia aprono il varco all’uomo nero e forse lì avrebbe dovuto rammentare le parole che aleggiano in Dead Silence:

ATTENTI A MARY SHOW DAGLI OCCHI PAZZI
NON AVEVA FIGLI MA SOLO PUPAZZI
E SE PER CASO NEI VOSTRI SOGNI APPARE
NON DOVETE MAI, MAI GRIDARE

Samuel, dal canto suo, pare già conoscesse bene le fattezze dell’uomo nero però, invece di fuggire come consigliato nella “maledetta tiritera” posta in apertura dell’opera di Fritz Lang, M – Il mostro di Düsseldorf , preferisce costruirsi in casa delle rudimentali armi in modo da ucciderlo nel momento opportuno.

SCAPPA SCAPPA MONELLACCIO
SE NO VIENE L’UOMO NERO
COL SUO LUNGO COLTELLACCIO
PER TAGLIARE A PEZZETTINI 
PROPRIO TE!

Infine in Babadook affiora l’accanimento di Amelia non solo verso il figlioletto ma anche a discapito del cagnolino. Un’affinità con molte opere in cui gli animali domestici vengono offerti in sacrificio o simboleggiano l’arrivo di sventure e che raggiunge l’acme in una filastrocca del Maestro dell’horror Dario Argento, tratta direttamente da Non ho sonno:

È arrivata mezzanotte, con il letto faccio a botte, ora inizia la mia guerra con le bestie della terra. 
Una del mattino, il fattore è felice come un bambino, sgozza il maiale più bello e si libera del primo fardello. 
Due del mattino, ora tocca al gallo, usa bene il suo strumento, per la morte è un godimento. 
Tre del mattino, il fattore strangola il pulcino, “L’insonnia mi tormenta!”, si rigira nel letto e si lamenta. 
Quattro del mattino, ha acchiappato un gattino, ma poiché l’ha graffiato, nell’acqua gelata l’ha affogato. 
Cinque del mattino, il fattore è nel giardino, accarezza il coniglietto, poi lo sbatte al muro per diletto. 
Sei del mattino, al cigno più carino, il fattore ha tagliato la testa, ormai nessun nemico gli resta. 
Ecco arriva il nuovo giorno, il fattore si leva di torno, le sue armi può posare e finalmente può dormire.


Allora, siete ancora convinti che le filastrocche siano delle rime innocenti? Dopotutto, come dice il piccolo Samuel, protagonista di Babadook, La vita non è sempre come appare, può essere una cosa meravigliosa, ma può anche essere molto insidiosa…


mercoledì 1 giugno 2016

IL CASTELLO DI AZZURRINA- IL FILM TRATTO DALLA LEGGENDA DEL FANTASMA DI MONTEBELLO


Anche l’Italia ha i suoi orrori: un nuovo incubo che agita i sonni di milioni di persone.
Non stiamo parlando di Equitalia, ma di un film horror basato su una storia vera che si appresta a diventare il nuovo Annabelle.
Questa volta però non si tratta di bambole assassine.
Protagonista suo malgrado è un fantasma che da secoli infesta il castello di Montebello (Torriana).
Il castello di Azzurrina, diretto da Giacomo Franciosa, nipote del celebre attore hollywoodiano Anthony (La lunga estate calda, Un volto nella folla e Tenebre con Dario Argento) e scritto da Ernesto Siciliano e Sergio Tiboni, è ispirato alla leggenda più famosa della Valmarecchia: lo spirito di una bambina, Azzurrina appunto, che ogni cinque anni, in concomitanza con il solstizio d’estate, torna a farsi sentire nel castello.

Chi è Azzurrina?

Si dice che fosse una bambina albina. Poiché la superstizione popolare dell'epoca collegava l'albinismo con eventi di natura diabolica, la madre decise di tingerle periodicamente i capelli di nero. Tuttavia, dato che li tingeva con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili, questi, complice la scarsa capacità dei capelli albini di trattenere il pigmento, avevano dato alla bimba riflessi azzurri come i suoi occhi: così avrebbe avuto origine il soprannome di "Azzurrina".
A causa di questo fatto il padre decise di far sorvegliare sempre la bimba da due guardie, Domenico e Ruggero, e non la faceva mai uscire di casa, per proteggerla dalle dicerie e dal pregiudizio popolare.
Si dice che il 21 giugno del 1375, mentre il padre era fuori in battaglia, Azzurrina, sempre vigilata dai due armigeri, giocasse nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. Secondo il successivo resoconto delle guardie la bambina avrebbe inseguito la palla caduta dalla scala all'interno della ghiacciaia sotterranea, nell'intento di recuperarla. Avendo sentito un urlo, le guardie sarebbero accorse nel locale entrando dall'unico ingresso, ma non avrebbero trovato traccia né della bambina né della palla, e il suo corpo non sarebbe stato mai più ritrovato. Il temporale sarebbe cessato con la scomparsa di Azzurrina.
La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia ancora presente nel castello e che torni a farsi sentire ogni cinque anni, in concomitanza con il cadere del solstizio d'estate.

domenica 22 maggio 2016

LO SPECCHIO Nuovo racconto di Cecilia Semeraro


"LO SPECCHIO"

Sfiderei chiunque a trovare negli oggetti di uso quotidiano quell'oggetto in grado di prevalere sugli altri per la carica di mistero di cui è dotato.
E ovviamente la cosa è soggettiva. 
Ma su una cosa sono davvero sicura: tutti considererebbero uno specchio l'oggetto misterioso per eccellenza.....ci metto la mano sul fuoco. 
Beh sugli specchi ci sono molte leggende e storie, come ci si può benissimo aspettare del resto, solitamente collegate a malefici, fatture, magie e incantesimi vari;
Oppure spettri intrappolati in quella lastra lucida e riflettente. 
Insomma chi più ne ha più ne metta.
Ma non è tutto gente.....eh già.
Avete mai pensato a qualcos'altro?? Qualcosa di assolutamente surreale? 
Bene adesso lasciatemi raccontare, ci troverete del gusto leggendo. 
Dunque, molto tempo fa, si parlava spesso di un tale ammalatosi in seguito ad un'esperienza che lo gettò in uno stato di shock così forte che il poveretto non se ne riprese mai più. 
Esso era un ricco signore, o almeno così era conosciuto, che aveva ereditato molte ricchezze dai suoi nobili antenati e perciò poteva permettersi una vita lussuosa e sfarzosa. 
Ma costui essendo di buon cuore, devolse in beneficienza gran parte di quelle ricchezze, accontentandosi di una vita modesta. 
Tra quella moltitudine di ricchezze vi era però uno specchio con la cornice in oro massiccio, finemente lavorata in modo da far assumere all'oro l'aspetto di un cespuglio di rose, appartenuto a tutte le nobildonne di quella casata, fino alla madre di quel tale. 
Quello specchio valeva una fortuna, ma non per questo esso lo tenne per sé: aveva un valore affettivo notevole. 
E dunque fu da lui sistemato nel salone della sua dimora, accanto ad una tenda color porpora di seta finissima che, se sciolta,poteva coprirlo qualora non desiderasse mostrarlo. Perché ne era molto attaccato.  
Era un cimelio di famiglia a tutti gli effetti e sarebbe stato un durissimo colpo perderlo, o addirittura scalfirlo. 
Ogni giorno, per una buona mezz'ora,  esso sostava davanti allo specchio non per ammirare il suo riflesso, ma perché ne era totalmente rapito. E aveva ragione!
Non era facile imbattersi in oggetti di mirabile fattura, come quel meraviglioso specchio. 
Era uno spettacolo per gli occhi, in particolar modo quando vi batteva il sole: venivano a crearsi degli strabilianti giochi di luci e ombre, che diffondevano tutto intorno il tenue bagliore dorato....e questo bagliore era un'ipnosi per chiunque. 
Ormai era entrata a far parte della routine questa abitudine di ammirare per mezz'ora, ogni giorno, quel fantastico specchio...era come se sprigionasse una grande energia capace di catturare l'attenzione; e oltre a quello specchio non esisteva altro.
E così diventò un'ossessione. Una bruttissima ossessione, dato che la solita mezz'ora quotidiana si era  allungata giorno dopo giorno, fino a rubare a quel poveretto i giorni con tutti i suoi doveri e piaceri e le notti con il suo indispensabile riposo. 
Era dunque ridotto a non riuscire più di casa. 
La gente mormorava per strada, dato che nel paese dove viveva era conosciuto da tutti....chi diceva che fosse malato, chi invece che fosse fuori paese, chi, addirittura, che fosse morto. 
Ma la verità era un'altra. 
Quello specchio non era solo un bellissimo manufatto. 
Accadde un giorno, durante il suo solito rimirare lo specchio, che questo fosse molto più ipnotico del solito; d'un tratto, come raccontò in seguito costui, il suo riflesso nello specchio si dissolse e apparve un mondo alla rovescia, ambientato lì nel suo salotto: gli oggetti erano  persone e le persone oggetti. 
Il suo elegante tavolino nel salotto era fatto di femori, tibie, peroni e altre ossa lunghe, così come le sedie , i tavoli e altre suppellettili, tra le quali anche il pianoforte a coda. 
Il paralume della lampada a stelo altro non era che di pelle umana, così come le tende, le quali avevano come cordone i sette metri di intestino tenue.
Brocche e vasi erano teschi e i divani erano imbottiti di carne.
In poche parole uno spettacolo tutt'altro che piacevole. 
Il tale, appena uscito da questa specie di stato di trance, subito si convinse che fosse stata solo una visione, dovuta alle numerose e continue notti insonni e, ridendoci su, non ci badò più fino al giorno dopo, quando rimirando lo specchio, la stessa identica scena surreale si presentò di nuovo davanti ai suoi occhi, questa volta in modo ancora più disgustoso: tutte le parti umane che fungevano da suppellettili apparivano marcescenti e cadenti ora, con tanto di vermi che si contorcevano su quelle superfici putride, rose da loro stessi. 
E questa volta il poveruomo si sentì così male che il suo domestico, da tempo preoccupato per lui, dovette finalmente rivolgersi ad un medico. 
Ma per il suo padrone non ci fu nulla da fare. 
Dopo mesi e mesi di febbri e deliri dovuti allo shock, la morte lo trascinò con sé nel suo limbo eterno. 
Dopo la morte di quel tale la casa rimase disabitata e dello specchio malefico non si seppe più nulla. Ovviamente nessuno lo volle con sé, malgrado valesse molto, perché erano tutti certi che avrebbe mietuto molte vittime attraverso quel maleficio. 
In molti dicono che sia ancora possibile imbattersene in quella casa oramai triste e cadente, mentre altri sostengono che sia oramai in rovina come tutto il resto. 
Ma l'unica certezza è che in quello specchio, se ancora esiste, non comparirà mai più alcun riflesso.

domenica 10 aprile 2016

HORROR STORIA: LA GENESI DI UN MITO


Erano i magnifici anni ottanta, (il 1984 per la precisione) e un nuovo cattivo stava per arrivare al cinema, un villain che da allora in poi avrebbe turbato i sogni di molte generazioni di appassionati del cinema dell'orrore e non solo. Il suo nome, ormai entrato nella leggenda è Freddy Krueger. Un personaggio, che Wes Craven creò miscelando insieme fatti di cronaca realmente accaduti con sue vicende personali. Potremmo dire di sapere ormai tutto di questo arcinoto personaggio, ma forse a qualcuno è sfuggito un piccolo dettaglio che potrebbe sembrare quasi insignificante, ma che avrebbe cambiato totalmente l'aspetto e la storia di uno dei cattivi cinematografici  più conosciuti e amati di sempre. All' inizio Wes Craven, aveva pensato di non ingaggiare un vero e proprio attore per interpretare il suo personaggio, poiché la sua idea iniziale era di un assassino taciturno alla Jason Voorhees, tuttavia con l'evolversi della sceneggiatura, l'idea iniziale di Freddy Krueger si perfezionò prendendo consistenza, "trasformandosi", da semplice antagonista a protagonista principale del film. La produzione si trovo così a dover cercare un attore adatto a vestire i panni dell'assassino di Elm Street. Non ci crederete ma la scelta di Wes Craven, non ricadde subito su Robert Englund. All'inizio fu scelto per interpretare il personaggio il grandissimo David Warner, un attore inglese che all'epoca aveva già alle spalle alcune pellicole horror di successo. Warner accettò la parte con entusiasmo e fu sottoposto ad una serie di sedute di trucco per definire il make-up di Freddy. Andava tutto bene ed era già in procinto di firmare il contratto definitivo con la New Line Cinema, quando, per un accumularsi di altri impegni lavorativi precedenti, che non aveva previsto, fu costretto ad abbandonare il ruolo di Freddy Krueger. La seconda scelta ricadde sul giovane e allora quasi sconosciuto Robert Englund, il seguito poi è divenuto leggenda. Della breve esperienza "Warneriana" a noi ci sono rimaste due foto che ho allegato sotto. Ci credereste che un attore che è stato scelto quasi come ripiego è divenuto poi la maschera e il volto di uno dei più celebri cattivi della storia del cinema? Una vera e propria icona horror. 
D.M.

Prima versione di David Warner

Versione definitiva di Robert Englund 

sabato 9 aprile 2016

PILLOLE: LA MASCHERA DI JASON VOOHREES


Una delle maschere più paurose della storia del cinema nacque per pura...pigrizia! Il regista chiedeva continui aggiustamenti delle luci sul set. Questo cambiamento avrebbe comportato che il trucco di Jason Voorhees venisse costantemente rifatto, per riprodurne la deformazione fisica. I truccatori non si mostrarono molto volenterosi, per cui scelsero, per una volta, di mettere all'attore una maschera da hockey. Il regista apprezzò e, per renderla ancora più spaventosa, chiese che venisse bruciata in alcuni punti e che venissero aggiunti i triangoli rossi. Fa ancora così paura, adesso?


UNA FOTO, UNA STORIA: TOM SAVINI E VENERDÌ 13


Tom Savini è stato uno degli elementi più significativi per la riuscita di Venerdì 13. Non solo per tutti gli effetti truculenti inventati, ma anche a livello di soluzioni narrative. Ad esempio, la scena del serpente che viene scoperto in una delle capanne non era presente in sceneggiatura ma fu suggerita da Savini, dopo che ne trovò uno nella sua casetta. Savini e il suo assistente Taso N. Stavrakis, infatti, pernottavano sul set per essere pronti fin dal primo mattino. Il serpente usato nella scena fu ucciso veramente sul set. Savini è anche responsabile dell’idea di Jason che riemerge dalle acque nel finale. Quando il film uscì nelle sale, Savini per le prime due settimane entrava nei cinema cinque minuti prima della fine per vedere la reazione del pubblico.

martedì 5 aprile 2016

ROMAN CERCA CASA


Se non abitate in una villetta isolata, allora conoscete le noie che possono nascere nella vita condominiale. Il cane dei vicini che abbaia alle tre del mattino, l'anziana di sotto che si lamenta di rumori immaginari, la macchia d'umidità sul soffitto... Cosa accadrebbe se queste e molte altre innocue seccature, si coalizzassero in un inarrestabile strategia di persecuzione quotidiana, che si insinua nella vostra mente, fino a condizionare i più piccoli gesti, congelandoli in una rete di proibizioni e minacce, fino a prendere la forma di una follia suicida? È quello che accade al povero, meschino Trelkovsky, protagonista de "L'inquilino del terzo piano" di Roman Polanski (1976), capolavoro intramontabile dell'orrore psicologico, dove un poco alla volta il tessuto della realtà si dissolve in un cosmo onirico e allucinato, fatto di incubi della normalità che non lasciano scampo.

ACCADDE OGGI: 5 Aprile 1917


Nasce a Chicago Robert Bloch, uno degli scrittori simbolo dell'horror. Subì l'influenza di H. P. Lovecraft, con cui trattenne un fitto rapporto epistolare. Lovecraft gli dedicò il suo racconto L'abitatore del buio, il cui protagonista, Robert Blake, è in effetti un altre ego dello stesso Bloch. A lui si deve Psyco, il racconto che ispirò il celebre capolavoro di Hitchcock. 

lunedì 4 aprile 2016

BRIVIDO Il gioco da tavolo pieno di azione e di terrore


Un gioco in scatola destinato a tutti i piccoli amanti dell’horror, con le sue atmosfere letteralmente da brivido. Questo gioco edito da Milton Bradley aveva in realtà delle regole molto semplici, poco diverse da quelle del gioco dell’oca, ma era intriso di un’atmosfera orrorifica che lo rendeva unico. Più che il gioco in sé poi, la cosa più divertente era la preparazione, in cui si doveva montare il castello stregato e posizionare teschi, fantasmi e scheletri.

Lo considererei il primo survival horror, in quanto lo scopo del gioco era quello di sopravvivere ai vari trabocchetti del castello, fino a raggiungere la sommità della torre per sconfiggere il fantasma che la infestava, rinchiudendolo nella sua bara. 

Il gioco era molto semplice con la sua struttura a quattro scomparti tridimensionali che costituivano i quatto scenari del castello: la foresta, il salone, la cantina e la bellissima scalinata. Elementi illustrati in ogni dettaglio e pieno di terrificanti personaggi. A sorreggere il tutto era la torre centrale in plastica, dove in cima si ergeva la bara.

Il gioco faceva trascorrere ore ed ore di “terrificante” divertimento ai bambini dell’epoca, era uno dei più originali, con un meccanismo ingegnoso e suggestivi scenari.